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Le tesi scientifiche che comportano l’uso del farmaco per guarire la malattia, sembra che siano ormai parte delle storia della scienza. Sempre più spesso la guarigione è seguita dalla cronicità : l’aspetto più disturbante della malattia scompare ma sopraggiunge un disagio da cui non sarà facile liberarsi, altrimenti in seconda istanza si manifestano disagi già a suo tempo guariti.
Il termine malattia indica una condizione anormale dell’organismo e dopo studio e analisi di vario genere, sarà identificata con un nome.
A parte gli elementi, e sono tanti, scientificamente individuabili, nessuno si chiede perché il proprio corpo è stato colpito dalla malattia.
Una delle più interessanti particolarità del nostro corpo è rappresentata dalle emozioni. Non sempre riflettiamo al fatto che le emozioni sono una espressione degli organi di senso: la pelle e il tatto, l’udito e l’orecchio, la vista e l’occhio, il gusto e la lingua, il naso e l’olfatto. Questo connubio tra organo e senso non ha una evidente collocazione nella nostra educazione.
Si osserva con divertimento il bimbo che tocca tutto, che guarda tutto, che ripete tutto a modo suo…. Questa unione tra organi e sensi produce emozioni, ogni genere di emozioni che poi andranno a codificarsi nel vissuto individuale. Nel momento in cui la codificazione corrisponde a blocco, dolore, e per semplificare, non viene metabolizzata, si ferma su un tessuto, organo, funzione, sistema, in ogni parte del corpo in assonanza.
Quando nel cammino della vita incontriamo vibrazioni/emozioni ricollegabili tra loro alla prima irrisolta, l’organismo ‘grida’ e si ammala. Ovvero chiede aiuto per liberarsi da quella costrizione che da troppo tempo ha impedito al suo corpo di vibrare e di congiungersi con l’energia dell’universo.
I cinque organi di senso e i sensi ad essi relativi sono l’immagine olografica dell’essere umano.
28-12-2017
Lucia Tommasini Giannandrea
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